Formazione capi: una pista che si fa sentiero per diventare strada di servizio

Spesso un viaggio inizia dalla curiosità: ci piace scoprire cose nuove, capire effettivamente le cose che già sappiamo, sfidare le nostre capacità, essere pronti al confronto ed imparare per insegnare. A fine ottobre 2022 quindi ci siamo trovati entrambi con lo zaino in spalla e la stessa direzione: il CFM. 

Ma che cos’è questo CFM? Dovete sapere che nel mondo Scout AGESCI tutto ha uno scopo ed un perché, tutto ciò che facciamo, impariamo, e viviamo con il fazzolettone al collo porta con sé un bagaglio di motivazioni che prendono forma nelle esperienze e nei simboli tipici del nostro mondo. Come capi scout, per essere pronti al nostro ruolo, partecipiamo a dei campi di formazione che servono alla nostra crescita come capi, come cittadini e come scout. Questi campi di formazione non solo ci danno degli strumenti per educare i ragazzi, ma ci spiegano anche come si usano, quando si usano e soprattutto perché si usano. Scopriamo e definiamo qual è il nostro ruolo, rinnoviamo la nostra promessa e impariamo ad osservare con gli occhi di un capo. 

Dopotutto diventare capi scout rappresenta la fine di un percorso ma coincide con l’inizio di un altro, anch’esso caratterizzato da salite e discese. Le tappe che compongono questo sentiero sono: il Campo di Formazione Tirocinanti (CFT), nel quale veniamo introdotti alla formazione capi, all’associazione ed al Patto Associativo al quale aderiamo. Il Campo di Formazione Metodologico (CFM), durante il quale impariamo il metodo e gli strumenti per meglio raggiungere i nostri ragazzi. Ed infine il Campo di Formazione Associativo (CFA), ultima tappa per definire i contorni della nostra associazione, sia a livello sociale che educativo.

Quest’anno abbiamo avuto l’occasione di partecipare entrambi ad un CFM, Claudio ad uno dedicato alla Branca Lupetti/Coccinelle (branca che comprende bambini della fascia d’età 9/12) ed Anna ad uno focalizzato sulla Branca Esploratori/Guide (che coinvolge i ragazzi dai 12 ai 16 anni). In queste tipologie di campi infatti viene approfondita una specifica fascia di età, così da meglio fornire gli strumenti del metodo scout adatti alle esigenze della branca in cui ognuno di noi fa servizio. Zaino in spalla e si parte! Claudio in direzione Valeggio sul Mincio e Anna direzione Varazze. Pronti per una settimana di formazione, chiacchierate, giochi, canti e riflessione. Il tutto vissuto come se fossimo tornati ad essere noi i lupetti e gli esploratori, ma con l’occhio di chi ormai lo è solo nel cuore. Una settimana all’insegna della vita comunitaria e dei rapporti profondi tra capi di tutta Italia vissuta con lo stile che ci contraddistingue. Si torna un po’ uguali ma del tutto diversi. Si torna un po’ stanchi ma col sorriso sul volto, consapevoli della missione che ci è stata affidata e competenti degli strumenti che come capi AGESCI possediamo. Si torna carichi nel costruire assieme ai ragazzi un nuovo anno, affinché sia un anno ricco e di crescita sia per loro che per noi, affinché ogni cosa non sia lasciata al caso e possa essere fatta al meglio (dopotutto lo impariamo fin da piccoli a fare “del nostro meglio!”), consci di ciò che sono tradizioni e ciò che invece sono strumenti del metodo scout. E si torna anche un po’ più felici, dopo una settimana di scoutismo bello e vero.

Quest’avventura ci ha donato la consapevolezza di essere fratelli maggiori, figure di riferimento che insieme ai ragazzi camminano sullo stesso sentiero, pronte a guidare coi propri passi e a superare gli ostacoli assieme, condividendo amore, sbagli, gioie e fallimenti. Un fratello con cui vivere le tappe di un percorso di crescita, una guida in cui poter vedere supporto e spinta verso la migliore versione di se stessi.

Torniamo come capi cresciuti e come persone felici dei momenti vissuti, pronti per la prossima avventura.

Anna Doglioni

Claudio Zampato


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