Don Matteo: accolto con gioia a Robegano

Accoglienza calorosa e grande partecipazione della comunità, sabato 26 novembre, per l’ingresso come nuovo parroco della parrocchia dei SS. Giacomo e Cristoforo di Robegano di don Matteo Cecchetto, accompagnato dal vescovo Michele Tomasi e da numerosi confratelli. Sul piazzale della chiesa il sindaco Luciano Betteto ha portato il saluto della comunità civile.

La solenne celebrazione è stata presieduta dal Vescovo e le letture della prima domenica d’Avvento sono state il filo rosso della Parola con cui ha annodato la sua omelia con il richiamo a cercare Dio, a preparare il tempo nella propria vita per rinnovare i rapporti tra le persone e per formare una comunità cristiana con un pastore che si accompagna alla gioia e alla pace.

Don Matteo, dopo aver ringraziato la comunità per l’accoglienza e il Vescovo per la fiducia, ha esordito dicendo “in questo momento è un brano del Vangelo di Marco che mi accompagna, dove Gesù manda i suoi discepoli a due a due, con il minimo indispensabile, senza mezzi. Gli dice semplicemente di lasciarsi accogliere. Voi mi state già accogliendo e devo restare con voi. I discepoli sono partiti senza sapere cosa fare, però erano sicuri perché con loro c’era Gesù con la sua autorità, con la sua parola. Non hanno scelto loro. Io sono qui inviato dal Vescovo: mi ha chiesto questa disponibilità di accompagnare una comunità. Vi è toccato un prete azzoppato. Forse qualcuno potrà chiedersi come farò, a volte me lo chiedo anch’io. Impareremo e troveremo un modo nuovo per camminare insieme. Sono stato mandato dal Vescovo, ma prima di tutto è la Parola forte e sincera di Gesù che mi dice “vai”, senza timore. Porto con me l’Evangeliario, un dono essenziale per la comunità. Come i discepoli, anch’io non sono solo: ho con me il diacono Giampaolo e molti altri della collaborazione e della chiesa consorella di Salzano – don Giulio, don Matteo, don Leo e tutti i fratelli e sorelle di Salzano – e questo mi dà coraggio. Il futuro che ci sta davanti è bello e pieno di speranza e ci chiede di essere comunità aperta e di avere il coraggio di vivere la fraternità annunciata dal Signore per avere relazioni che profumano di Vangelo”.

La comunità ha donato a don Matteo una stola. I bambini della Scuola d’Infanzia e del nido integrato hanno realizzato una scatola con tutte le loro manine, simbolo della capacità di amare e creare nuove amicizie.


Il Saluto di don Matteo alla comunità di Salzano

Che dire, dei vari cambi di parrocchia che ho vissuto finora questo è davvero atipico… non che gli altri siano stati proprio nella normalità, non tutti i preti vengono inviati in terra di missione, ancor meno rientrano in fretta e furia per la malattia, non lo so quanti si siano ritrovati a svolgere un anno di ministero come paziente in ospedale, e anche adesso un partire rimanendo qui.

Cose strane che la vita ti riserva. Stupore di un Dio che si mantiene fedele.

Quello che mi sento di dire alla Comunità non è un saluto, con molti di voi continueremo a vederci, ci saranno sicuramente molte occasioni nelle quali i nostri cammini si incroceranno su queste strade di Salzano o su quelle di Robegano, quindi non posso dire che è un saluto. Comunque è sempre un partire, il Signore invia i dodici a due a due nei villaggi dove intende passare, ma non è detto che siano lontani, alcuni distavano pochi chilometri.

Attraverso queste righe vorrei dire grazie… il mio primo grazie va al Signore Gesù che non abbandona mai, non lascia indietro nessuno, mai. In tutti i luoghi dove sono stato ho scoperto che il Signore era già lì ad accogliermi. Un riconoscere l’amore di Cristo che non è spiritualismo, egli si è manifestato in gesti e segni concreti.

Un grazie a don Giulio che quattro anni fa quando avevo da poco iniziato a mangiare da solo, mi aveva dato la sua disponibilità ad accogliermi… grazie ai sacerdoti con i quali ho “camminato” in questi anni perché con grande fraternità hanno supportato e sopportato la mia presenza, non facendomi mai sentire un peso… grazie a tutta la Comunità di Salzano, a tutti coloro con i quali ho collaborato dai Capi Scout, ai volontari Caritas, ai volontari dell’Oratorio, alle Comunità Famigliari di Evangelizzazione, ma anche a tutti coloro che per un motivo o un altro ho incontrato, nelle celebrazioni dell’Eucaristia, nel sacramento della Riconciliazione, in una semplice chiacchiera in piazza o per strada, grazie perché mi avete tutti aiutato a scoprire che essere prete non dipende da quanto sia capace di correre.

Un partire rimanendo, affidato alla Comunità di Robegano sentendomi ancora a casa qui a Salzano… più di qualcuno in questi giorni mi ha detto “beh dai resti ancora un po’ nostro”, sento forte l’appello ad allargare il cuore, un invito a fare spazio perché tutti possano trovare accoglienza in me… inviato ad una Chiesa sorella, chiamato ad immergermi nella quotidianità della gente di Robegano senza dimenticare coloro che vivono dove la sera torno a posare il capo per riposare. Il futuro che si apre è entusiasmante, è ricco di speranza, un futuro dove tutti e ciascuno siamo chiamati a sentirci Comunità con ogni fratello e sorella che sia di Robegano o di Salzano o di qualsiasi posto sia; chiamati ad allargare il cuore, ad essere Comunità aperte dove soffia il vento sempre nuovo dello Spirito di Cristo. Comunità aperte perché tutti possano sentirsi a casa, dove casa non è un luogo, ma relazioni evangeliche segnate dalla presenza di Gesù


Condividi questo articolo