L’esperienza di San Pio X a Salzano ci aiuta a cogliere le sfide di oggi – L’omelia di don Giulio

Omelia di mons. Zanotto in occasione della messa per la Peregrinatio corporis di San Pio X del 12 ottobre 2023

La peregrinatio corporis di San Pio X è un’occasione importante che ci è denota per ravvivare la memoria di questo grande Papa che per nove anni fu parroco di questa parrocchia, e che è riconosciuto santo dalla Chiesa universale.

Come tutti i santi che vivono nella Gloria di Dio, una Comunione particolare ci lega a loro, essi sono per noi degli intercessori e dei modelli di vita.

Noi oggi preghiamo per intercessione di San Pio X, chiedendo il dono della fede e della carità. Guardiamo a lui per imparare a percorrere cammini di santità. La liturgia della festa di San Pio X che celebriamo, le preghiere e i testi delle Sacre Scritture, sottolineano soprattutto la dimensione pastorale della vita del nostro santo. La via della santità per noi passa dentro la vita della Chiesa, non fuori né malgrado la Chiesa ma vivendo vere, autentiche relazioni ecclesiali, comunitarie. “La pastorale” non è semplicemente un’efficiente organizzazione di un gruppo di persone ma è la via della santificazione delle nostre comunità.

L’esperienza di San Pio X, don Giuseppe Sarto, come parroco di questa parrocchia ci interpella ad accogliere le sfide del nostro tempo, per essere testimoni vivi di Gesù oggi. Mi rifaccio ai quattro dipinti di Pio X della nostra Chiesa.

Don Giuseppe Sarto è stato un formidabile catechista. Sentiva compito prioritario del suo servizio come parroco quello di annunciare l’insegnamento cristiano attraverso il catechismo degli adulti e dei fanciulli. A quel tempo era prioritaria la catechesi degli adulti (soprattutto nella preghiera del vespero). Aveva composto il suo catechismo che fu una novità a quel tempo. L’esperienza di don Giuseppe Sarto ci spinge ad interrogarci su come annunciare oggi la Parola di Dio, Gesù, a delle persone che non hanno più il linguaggio della fede. Come parlare di Gesù a persone che non lo conoscono? Noi siamo ancora capaci annunciare Gesù Cristo oggi?

San Pio X viene ricordato come il Papa della Comunione ai fanciulli e della Comunione frequente. Questa esigenza nasceva dalla convinzione che alla celebrazione eucaristica si dovesse partecipare pienamente e non da spettatori. Come si può essere invitati a un banchetto, andarvi e non mangiare niente? Che senso ha? Oggi viviamo ancora con difficoltà la celebrazione Eucaristica: c’è un linguaggio di parole e di segni che non è più capito, non è più carico di significativo. Forse si pensava che bastasse tradurre la liturgia dal latino all’italiano per renderla comprensibile… Oggi ci rendiamo conto che questo non basta. A volte si vuole rincorre l’emozione… qualcuno è tentato da una celebrazione dell’eucarestia per pochi eletti, iniziati a questo linguaggio chiuso… Don Giuseppe Sarto ci stimola ad una partecipazione piena all’eucarestia per ricondurre veramente tutta la nostra vita a Dio e in Dio trarre la linfa vitale della nostra esistenza perché possiamo portare frutti di giustizia e carità.

Don Giuseppe Sarto, proprio 150 anni fa, si prodigò per l’assistenza morale e spirituale ai malati colera. Fu un prete coraggioso perché il colera è una malattia infettiva che si diffonde facilmente e rapidamente. Non esitò a farsi prossimo dei malati, delle loro famiglie e farsi carico dell’accompagnamento dei loro morti. Oggi ci sentiamo interpellati dalla testimonianza di carità di San Pio X perché insieme “al fare” ci sia il coraggio e l’intelligenza per un cambiamento di opinione e di mentalità di fronte alle povertà oggi presenti. Siamo chiamati ad un approccio nuovo nei confronti degli immigrati e al coraggio per intuire cammini nuovi di fronte a un disagio sociale diffuso che va dal senso profondo di solitudine alle malattie mentali sempre più diffuse nel nostro territorio.

Infine il lavoro. Don Giuseppe Sarto fu un parroco attento alla situazione del lavoro dei suoi parrocchiani. Appoggiò l’avvio della filanda dove per quasi un secolo trovarono lavoro parecchie persone, soprattutto donne. Fu direttore della scuola pubblica, allora agli inizi delle sue attività e in questa vi vedeva uno strumento di riscatto sociale e civile. Fu attento ai poveri che allora erano i contadini mezzadri con famiglie numerose e con scarsi prodotti, sempre in balia dei capricci del tempo. Il lavoro, allora come oggi, era sinonimo di benessere e di dignità. Il lavoro oggi è ancora un problema: a volte il salario non basta per arrivare a fine mese, spesso chi lavora deve sacrificare la propria famiglia e il calo demografico è il triste risultato di tutto questo. Come ci poniamo come Chiesa di fronte a queste problematiche che ci sembrano molto più grandi noi?

Sono queste sfide aperte per le nostre Comunità e per noi pastori. Don Giuseppe Sarto, papa Pio X, visse il suo essere pastore, la sua fede cristiana di battezzato, come un dono e una responsabilità. Sapeva bene che il vero unico pastore del suo popolo è il Signore, è lui che ci guida. Noi tutti siamo chiamati ad essere docili e coraggiosi collaboratori di Dio. E di questo il Signore ce ne chiederà conto.


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