Lo slogan della Festa della comunità 2023, “La Chiesa ha un solo posto: il mondo”, è tratto dalla meditazione che il vescovo Michele ha offerto alla nostra Comunità il 5 marzo scorso nel percorso spirituale che ci ha visto impegnati come parrocchia quest’anno, “Dalla Parola la Via – Essere Chiesa in cammino”. L’incontro di ascolto e preghiera animato dal nostro vescovo aveva per tema: “Essere Chiesa dell’accoglienza, nei molteplici cammini dell’umanità (Cor 9, 19-27)”. La riflessione che il vescovo Michele ci ha proposto è per noi fondamentale innanzitutto perché è il nostro pastore e poi perché ci delinea il modo per noi di essere Chiesa, oggi, nel nostro contesto.
Il Vescovo ci ha detto che non c’è separazione tra dentro e fuori la Chiesa. Le porte della chiesa non marcano un confine tra Chiesa e mondo. Tutto il mondo è abitato da Dio. Non c’è ambito della nostra vita in cui Dio non sia presente. Gesù, il Figlio di Dio, diventando uomo, abita e dà senso a tutto ciò che è umano.
In questo mondo abitato e vivificato da Dio, noi siamo chiamati a lasciarci incontrare da Gesù.
Questo incontro è il centro di tutto, è l’essenziale, il necessario, il punto di partenza e di arrivo della nostra esistenza personale e della vita della nostra Comunità.
Gesù ci viene incontro nel profondo del nostro cuore, della nostra coscienza, e nei fratelli, in tutti i fratelli, in modo particolari nei poveri, nei deboli, negli esclusi. Dobbiamo imparare ad ascoltare il Signore che ci parla nel profondo del nostro cuore – e lo fa ardere – e a riconoscerlo nei fratelli, uno ad uno, in quello che ci accumuna e in ciò che ci distingue.
Dare tempo all’ascolto, fare spazio in sé per l’accoglienza del fratello, richiede un atteggiamento fondamentale che prima di essere nostro è di Gesù: la gratuità.
Noi siamo spesso “utilitaristi”: cerchiamo l’utilità delle nostre azioni.
A volte nelle nostre stesse relazioni di amicizia, familiari, di servizio nella comunità, ci mettiamo a fare una contabilità del dare e avere: mi conviene? Cosa ci ricavo? Quello che sto donando poi mi sarà corrisposto? Ci guadagno o ci perdo più io o lui/lei? La gratuità del dono, dell’accoglienza, dell’ascolto indicano un amore libero, sincero, autentico. Amare perché è bello amare, e nient’altro!
Alla fine della sua meditazione, il vescovo ha usato un’espressione molto bella: “Non facciamo pagare il biglietto per entrare in Chiesa”.
Il biglietto di scontare un pregiudizio, il biglietto dell’essere degno, il biglietto dell’essere dei nostri, il biglietto del diventare buoni…
Il vescovo ci ha invitati a sospendere il nostro giudizio perché il vero unico giudice è il Crocifisso con le braccia aperte. Ci ha impegnati a vedere Cristo nell’altra persona e a far vedere Cristo in noi.
Grazie, vescovo Michele, e buona Festa della comunità a tutti!
Mons. Giulio Zanotto