Un bel momento per stare insieme nella gratuità, riconoscendosi comunità cristiana: è questo il senso della festa che anche quest’anno la nostra parrocchia ha vissuto. Domenica 21 maggio moltissime persone si sono ritrovate sul sagrato per vivere insieme l’unica messa del mattino. Un momento che è stato preceduto da altre iniziative che hanno coinvolto in modo particolare i volontari che prestano qualche servizio, i ragazzi e i giovani. In occasione della serata dei volontari è stata donata a tre persone una targa, come segno di riconoscenza per il lungo impegno: Franca Sorato, socia dell’Azione cattolica e anima del gruppo missionario, Quirino Bortolato, del gruppo culturale “Tempo e memoria”, esperto di storia locale, e Giuseppe Bernardi, impegnato in diversi servizi.
Lo slogan della festa che campeggiava dietro l’altare, “La Chiesa ha un solo posto: il mondo”, era tratto dalla meditazione che il vescovo Michele ha offerto in parrocchia il 5 marzo scorso, nel terzo degli incontri di spiritualità “Dalla Parola, la Via”.
Ma che cosa fa, di tanti individui, una comunità, si è chiesto il parroco, don Giulio Zanotto, nell’omelia. “Innanzitutto la promessa di Gesù: «Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». La presenza di Gesù, la nostra relazione personale e comunitaria con lui, fanno di noi una comunità. Non è la nostra simpatia reciproca, un obiettivo comune come fare del bene, non sono neppure le nostre gloriose tradizioni e il nostro essere influenti sulle opinioni generali… è Gesù che fa di noi una comunità. Ripartiamo da Gesù, ripartiamo dal centro, dal cuore”. Inoltre, ha aggiunto, “fa di noi una comunità la missione che Gesù ci ha affidato: evangelizzare, battezzare, insegnare ad amare. Gli undici non aspettano di essere perfetti per mettersi in gioco. Gesù li accompagna, dà loro forza. Questa dinamica si ripete da 2000 anni, anche con noi oggi. E poi, siamo comunità non serrando le fila perché siamo sempre meno, più deboli, ma abitando il mondo, uscendo dal recinto e giocandoci là dove c’è l’umanità. Nel mondo la comunità vive e incontra il Signore: nel volto di ogni fratello e sorella, in modo particolare nel povero e nel sofferente, nell’emarginato. Infine, per costruire comunità, serve la gratuità. La gratuità è la cifra di Gesù, è la perfezione di Dio Padre. Solo per misericordia, con un amore gratuito, assoluto, Dio ci ha amato, ci ha dato la vita e ci ha unito a sé. Costruire la comunità per qualche interesse, anche nobile, porterà la Comunità ad esaurire la sua fecondità e capacità generativa. Abbiamo bisogno di gratuità, nel nostro stare insieme, per costruire fraternità”. A seguire, il pranzo comunitario preparato dal “Noi cucina”. (A.C.)